UN TESORO SPECIALE

SCUOLA: SCUOLA PRIMARIA A. MANZONI
Classe: V A, Numero studenti: 14, Città: SAN VITO DI LEGUZZANO (VI)

UN TESORO SPECIALE Apri questa foto a grandezza naturale.
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AMICI IN FIORE

SCUOLA “A. MANZONI”, ISTITUTO BATTISTELLA, CLASSE VA, SAN VITO DI LEGUZZANO

ANNO SCOLASTICO 2014-2015

Il cartellone è stato realizzato con la costante presenza di 2 particolari alunni della classe, seguiti da un’insegnante di sostegno poiché certificati per sindrome di Down e ritardo cognitivo. Entrambi hanno curato il giardino che abbiamo a scuola da ormai 2 anni, con molte piante e fiori.

Inoltre dei due alunni uno cura l’orto insieme al papà a casa, mentre l’altro ha la nonna che vende fiori al mercato.

Il testo “UN TESORO SPECIALE” è stato realizzato dagli alunni della classe guidati dall’insegnante di italiano, mentre la filastrocca “SEMINA UN FIORE, SEMINA L’AMORE” è stata curata dall’insegnante di sostegno.

SPEZIE E MATERIALE VARIO UTILIZZATO PER IL CARTELLONE

SALVIA PEPERONCINO ORIGANO CURRY

GINEPRO ALLORO PREZZEMOLO

PEPE NERO PEPE BIANCO PAPRIKA

CAMOMILLA AVENA DECORTICATA FOGLIE SECCHE

FAGIOLINI ROSSI BUCCE DI ARANCIA

GHIAINO FIORI E FRUTTA PLASTIFICATI E DI CARTA

 

UN TESORO SPECIALE

 

Ieri, nel primo pomeriggio,sono uscita di casa e al parco giochi ho incontrato Camilla, Francesco e Marco. Ci siamo salutati, abbiamo giocato un po’ e poi siamo andati a fare una passeggiata. Ci siamo incamminati verso il bosco poco distante dal nostro paesino. Arrivati là, ci siamo inoltrati lungo un sentiero nascosto da cespugli e alberi. Lo abbiamo seguito per un bel po’ e alla fine di esso abbiamo sentito un gorgoglio strano e che l’aria era più umida.Ci siamo guardati intorno e abbiamo notato una parete piena d’edera. Francesco si è avvicinato, ha spostato l’edera con una mano e ha visto un cunicolo tra le rocce. Ci siamo avventurati in quel passaggio e abbiamo scoperto da dove proveniva quel rumore: davanti a noi una limpida, azzurra e schiumosa cascata scendeva da una roccia, un arcobaleno la circondava, un verde prato di erba tenera e fresca bagnata dagli spruzzi d’acqua si estendeva di fronte a noi e faceva risaltare tanti fiori colorati su cui si arrampicavano delle coccinelle. C’erano dei folti alberi alti con tane scavate nella corteccia, molti uccellini che sui loro folti rami cinguettavano canti complessi e aggraziati, cespugli punteggiati di tonde bacche colorate e infine farfalle che volavano vicino alla cascata.

Dopo aver osservato questa meraviglia, ci siamo accorti purtroppo che sulla corteccia e sulle foglie si vedevano delle macchioline grigiastre e poco piacevoli. Erano ammalati! Noi abbiamo pensato che la causa fosse l’ inquinamento provocato dal fumo nero delle fabbriche vicine al nostro paesino. Camilla ha iniziato a spiegarci quanto gli alberi siano importanti per la nostra vita perché con la fotosintesi clorofilliana trasformano l’anidride carbonica in ossigeno che noi respiriamo. Francesco ha aggiunto che gli alberi ci forniscono la frutta da mangiare e i fiori preziosi per le api produttrici di miele. Marco ha ribadito che nella loro chioma trovano riparo molti animali fra cui uccellini e scoiattoli. Mentre proseguivamo la nostra discussione, ad un tratto abbiamo sentito un suono strano. Una voce sospirante, che sembrava provenire dall’aldilà, riecheggiava chiedendo aiuto. Noi impauriti, sorpresi e curiosi, siamo stati in silenzio e abbiamo iniziato a guardarci intorno. Abbiamo continuato a sentire la voce e subito dopo con un grande scricchiolio la corteccia di un albero si è aperta in due parti.Una luce ci ha abbagliati, abbiamo chiuso gli occhi ed io, che sono sempre la più curiosa del gruppo, improvvisamente mi sono avvicinata per scoprire cos’era. Immediatamente , con un gesto istintivo della mano, ho chiamato i miei amici che sono corsi subito lì. Con stupore abbiamo visto che all’interno della corteccia c’era un pezzo di carta rovinato, ingiallito e con alcuni segni. L’abbiamo preso e osservato, però,visto che non capivamo cos’era, volevamo strapparlo. Ad un tratto l’albero ha sospirato con voce rauca: – Non strappatelo, vi condurrà ad un tesoro! Capirete la nostra importanza! Subito dopo l’albero si è richiuso.Noi abbiamo iniziato a girare e rigirare il pezzo di carta finchè abbiamo decifrato i segni. Ci siamo incamminati seguendo le indicazioni della mappa e nel frattempo l’albero, felice e sorridente, ci ha augurato buon viaggio e ci ha ringraziati perché avevamo deciso di aiutare la natura. Abbiamo percorso un sentiero e dopo mezz’ora di cammino ci siamo trovati davanti ad un torrente. Per attraversarlo, siamo saltati sui sassi scivolosi che fuoriuscivano dall’acqua. Finalmente, dopo tante difficoltà, siamo riusciti ad oltrepassarlo e da alcuni cespugli spinosi abbiamo visto uscire una luce. Ci siamo illusi e avvicinati perché pensavamo fosse il tesoro; invece era un altro pezzo di mappa. Delusi e dispiaciuti, abbiamo cercato di decifrare l’altra mappa e ci siamo riusciti con qualche difficoltà.Siamo partiti, ma lungo il sentiero abbiamo sentito delle risate malvagie, non troppo forti. Subito dopo siamo inciampati nella radice di un albero che prima non avevamo notato. Andando avanti abbiamo visto che le foglie e le chiome degli alberi si erano mosse, per un attimo abbiamo preso paura. In lontananza abbiamo sentito delle voci sospiranti, come quelle dei fantasmi, che ci intimavano di andarcene altrimenti ci avrebbero fatto del male. Ci siamo guardati intorno e abbiamo notato che gli alberi avevano degli occhi rossi a spirale che continuavano a girare. Volevamo scappare ma Francesco ha insistito per restare perché voleva capire cosa stava succedendo.Continuando a sentire quelle voci e anche un canto melodioso accompagnato dal rumore di passi, ci siamo diretti verso il luogo da cui proveniva quel canto e abbiamo visto degli elfi che ballavano intorno al fuoco.In mezzo a quel fuoco abbiamo notato una luce ancora più forte che proveniva da una bolla sferica dentro cui c’era un altro pezzo di mappa. Abbiamo pensato di procurarci un bastone, ma gli elfi ci hanno fermati e ci hanno detto che prima dovevamo rispondere ad un indovinello: – Produce suoni, non è uno strumento, non si può suonare né toccare, ma può cambiare. Abbiamo risposto più volte in modo errato, ma alla fine abbiamo detto: – La voce! – e così gli elfi ci hanno consegnato la mappa e poi sono scomparsi nel nulla.Noi abbiamo unito le mappe e per magia esse si sono incollate; abbiamo così notato che c’era un altro percorso da seguire. Guardando la mappa e concentrandoci su di essa, non ci siamo accorti che sul sentiero c’era un precipizio ricoperto dalle foglie. Camminando siamo caduti giù da questo burrone e abbiamo sentito un odore poco piacevole: ci siamo accorti che eravamo dentro l’ immondizia. D’un tratto siamo sprofondati e non riuscivamo più ad alzarci. Ci sentivamo tutti appiccicosi e un’immensità di insetti ha iniziato a ronzarci intorno. C’erano mosche, moscerini, vespe che cercavano di appoggiarsi su di noi. Camilla, agitandosi, ha sbattuto la testa contro qualcosa di rigido. Cercando tra i rifiuti, abbiamo scoperto un lungo bastone di legno. L’abbiamo alzato e appoggiato contro la parete di terra. Così siamo risaliti in superficie arrampicandoci ad esso.Abbiamo proseguito lungo il sentiero e siamo stati abbagliati da una luce che proveniva da dietro un albero. Siamo andati dietro la pianta per vedere cos’era: era un altro pezzo di mappa.Allora abbiamo unito l’ultimo pezzo a quelli precedenti e, capovolgendo l’insieme, abbiamo decifrato un percorso che portava ad un labirinto. Ci siamo diretti in quella direzione e vi siamo entrati. Più volte ci siamo persi fra i vari percorsi perché c’erano molti vicoli ciechi con alla fine alberi pieni di frutti e fiori.

Finalmente siamo arrivati al centro e un po’ perplessi abbiamo visto una grande roccia. Là sopra abbiamo notato delle schegge di pietra lisce con dei segni strani che non riuscivamo a capire. Provando a spostare i vari pezzi, abbiamo composto un puzzle che rappresentava un albero felice. Appena terminato il puzzle, abbiamo sentito una breve scossa: il labirinto è sprofondato nel terreno e di fronte a noi è spuntata una distesa di erbetta verde con tanti fiori colorati. Noi ci siamo sentiti delusi perché pensavamo di trovare un tesoro composto da gioielli, oro, monete, pietre preziose. Invece abbiamo visto solo tanti piccoli fiori. Dopo un po’ Marco ci ha detto sorridendo: – Ehi, guardate! Non è un brutto tesoro! In fondo non abbiamo mai avuto l’occasione di vedere un giardino così bello! Allora io ho proposto di raccogliere un mazzo di fiori. Ci siamo avvicinati a quei piccoli boccioli ed essi, pian piano, si sono schiusi. All’interno delle loro corolle c’erano dei mucchietti di spezie dello stesso colore del fiore . Mentre noi cercavamo di raccogliere un po’ di quelle spezie, esse si sono alzate in un volo a spirale,sembrava un arcobaleno. Noi, sorpresi e sbalorditi, abbiamo rincorso quelle spezie volanti fino a ritornare alla prima radura che avevamo trovato al di là della fessura nella roccia. Lì le spezie, come un mantello, si sono appoggiate sopra agli alberi ammalati e per magia sono scomparse tutte le macchioline grigiastre. Eravamo entusiasti e gli alberi, guariti, ci hanno spiegato l’importanza delle spezie con cui noi possiamo insaporire i cibi e curarci dalle malattie. A ciascuno hanno regalato un pezzetto di corteccia affinché potessimo ricordarci per sempre di questa avventura e dell’importanza degli alberi e di tutta la natura per la nostra vita.

Classe 5^ A

 

 

 

SEMINA UN FIORE

 

 

SEMINA L’ AMORE

La mia vita tecnologica è sempre desta

corre in fretta senza pausa,

lotta cerca e non si stanca

per raccogliere solo panna.

Piante e fiori intorno a noi

fan crescere la passione

come forte sensazione

che siamo utili a chi è accanto a noi.

Guarda intorno a te:

cosa c’è?

Tanti alberi pien di foglie

che oscillando, l’aria depuran

e le case e i terrazzi loro salutan.

Abbiamo letto che in Australia e in Giappone,

insieme all’Usa e all’Europa,

le ricerche sono tante:

dappertutto il CO2

fa la lotta con l’ O2

e le molecole dentro gli stomi

liberan l’aria dai polveroni.

Me lo dice l’erborista

coi preparati sempre in vista.

Se poi penso alle fabbriche

e alle tante discoteche,

solo gli alberi con le chiome

spazzan via le onde sonore,

così le orecchie e i nostri occhi

son sicuri

e più duraturi.

Oh, l’estate col caldo secco,

non c’è respiro con l’effetto serra!

Tutti insieme con le pale,

su, andiamo lungo il viale,

e con la terra lavoriamo,

i suoi frutti che tanto amiamo,

per ridare il giusto valore

sia agli aceri che ai tigli,

che coi frassini e le magnolie

ci san dare tanta gioia.

Via lo stress col verde intorno

che nel pubblico e nel privato

il frangivento ha arrestato;

e se il pericolo delle correnti

presto o tardi arriverà,

stai pur certo che l’arbusto,

di sicuro, lo fermerà.

La recente consuetudine

delle rotonde alberate

ora so che mi protegge

la microfauna di farfalle,

senza rischio di estinzione,

ora, domani, in ogni stagione.

Da San Remo col canoro

a San Marco, col patrono,

l’ 8 Marzo con la donna,

in Inghilterra il giardinaggio

ha esteso il proprio raggio.

La sua cultura è così antica

che nella Chiesa universale

lui parla anche al funerale.

Dalla Prima Comunione

come bravo testimone,

nella Cresima un po’ più tardi

con i gigli tutti bianchi.

Tanti fiori per Gesù,

la sua mamma e il suo papà.

Lui si’ buono e con amore

in ogni luogo ci troverà.

Se non so più dir parole,

con un bel fiore mi perdonerà.

Ad ogni ricorrenza,

la tradizione insegna,

che tutti i fiori vanno bene

purchè adatti a chi li riceve.

La sua immagine è un’armonia

di una grande melodia.

Dappertutto la sua presenza,

in pittura e architettura,

nella musica e letteratura,

la sua voce è l’espressione

di una purissima passione.

Sia il giardino all’italiana

con la sua maestosità,

che il francese ricamato

con la sabbia colorata,

in ciascuno, ogni bambino,

può trovare serenità.

La sua presenza e il suo colore,

il profumo e il suo sapore

alle api piace tanto

per donare a tutti quanti

quell’alimento, così nutriente,

che ti fortifica fortemente.

Al mattino o alla sera,

se non riesci a respirare,

un po’ di miele o pappa reale

di sicuro ti fa rigenerare.

Grazie agli insetti e all’azione del vento

che col polline ovunque, in ogni momento,

riproduce la vita ad ogni essere vivente.

Quante cose abbiamo studiato,

con le maestre tanto imparato,

in un settore così importante

che dona a ciascuno un futuro

più sicuro.

I miei nonni agricoltori,

mi raccontano alla sera,

che una scienza così vera,

mi fa vivere molto bene

se alla dieta degli alimenti

noi sappiamo stare attenti.

Con la pianta del rosmarino,

il suo aroma in cucina,

anche la carne ha più sapore

e posso mangiarla senza timore.

Assai buona la cipolla

che col pollo rosolato

spesso stuzzica l’odorato;

e la pizza marinara

quando siam vicini al mare,

un po’ d’aglio sul pomodoro

noi gustiamo come l’alloro.

Con l’origano, la mia mamma,

non la fa mai mancare,

qualche volta preparare;

ma più buona col basilico,

per mangiarla a pranzo e a cena

e finire la serata

tutti quanti a pancia piena.

Molti cibi noi gustiamo

con le spezie della terra

ben raccolte nella serra:

sia il timo che il ginepro,

poi la salvia e la vainiglia,

un po’ di pepe,

tutti insieme o per ciascuno,

di sicuro un gran profumo.

Oh che buona la zucchina,

un po’ fritta e un po’ lessata,

col suo gusto assai speciale

e il sapore naturale;

e il tarassaco comune

con i fiori tutti gialli,

l’insalata ci prepara

per gustarla a primavera

forse forse, quando è sera.

Nella vita sempre in corsa,

ormai l’infuso non basta più

e se l’herpes diventa labiale,

le foglie fresche accorron per l’antivirale.

Oh, la lavanda rilassante,

mi rinforza ogni istante.

E la rosa damascena

col suo olio profumato,

lo possiamo acquistare

quando è ora di ringraziare,

quell’amica preferita

che al party poi t’invita;

fino al sandalo d’incenso

tanto usato dagli indiani,

per distruggere il maligno

che non tarda ad annientare

la tua voglia di ricominciare.

L’ikebana giapponesee la sua arte floreale

un cammino spirituale portò zen a meditare.

Sia i rami che i fiori,

sia le erbe che le foglie,

nel triangolo son disposti

per formare tre per tre

l’armonia dell’amore.

Tanti fiori a buon mercato

la mia mamma ha regalato

nelle vie e nelle piazze

ìl giovedì al supermercato.

Ora io pago una casetta

dove vivo senza fretta,

e quando penso alla roulotte,

che da più di un mese ho già lasciato,

posso dire che il mio vissuto

è racchiuso in un ricordo

che ormai è già passato.

Tante foto ai bimbetti

della prima già iscritti

che con noi han seminato

ìl tulipano del buon arrivato.

La pittura della natura

piace ai bambini di tutte le scuole,

così le emozioni sono più forti

per renderci felici e sempre pronti.

I nostri sogni san realizzare

quei pennelli vecchierelli

che tutti unti di colori,

van su e giù dentro ai fiori.

E’ proprio vero che ogni fiore

parla solo con poche parole?

Sì. Dalla Calla, la fratellanza,

alla Dalia, la gratitudine,

il Garofano, la fedeltà,

il Gelsomino, l’amabilità.

Certo il Giglio è la purezza,

prima del Lilla con la sua innocenza.

E la Margherita della spontaneità

sorride a tutti la sincerità.

Ogni giorno,con i pasti, ho saziato l’appetito

e le ricette più svariate mi hanno spesso tramortito.

Insieme a mamma ed a papà

siamo andati tante volte

in cerca della verità

ma chissà quando arriverà.

In mezzo ai dubbi e alle incertezze,

ho solo una certezza.

E allora, perché no?

Un giardino dobbiamo creare

da curare e coltivare

ancor più da rispettare,

perché l’umore così migliora

e con un fiore la gioia dimora.

Con i consigli dell’interflora

ho lavorato più ancora

e spero proprio, il mio giardino,

che ho curato con tante piante,

dia frutto a tutti quanti,

in questo anno di elementare

non potendo tanto parlare.

Anche l’orto del mio papà

ho coltivato con laboriosità

per espandere sempre più

la voglia di creare,

la passione di operare

e la gioia di amare.

Perché io sogno un giardino immenso

dove ogni bimbo abbia un destino diverso

in quella terra minacciata,

dal male martoriata;

in quella terra in cui si squarcia

il sibilo di una grande ascia;

in quella terra di rassegnazione

dove la violenza guida la sopraffazione;

in quella terra dell’orrore

dove si raccoglie solo dolore;

in quella terra senza speranza

dove c’è buio in ogni stanza;

in quella terra priva di libertà

dove il terrore è l’unica fedeltà;

in quella terra senza pietà

dove qualcuno semina una falsa verità.

Ora facciamo un girotondo

per cantare in tutto il mondo

che con i fiori e i suoi colori

seminiamo tanto amore.

Non più guerra, non più bombe,

in questa terra calpestata

dall’orrore di tanto sangue.

Un solo grido, una sola voce:

SEMINA UN FIORE

SEMINA L’AMORE.

 

 

 

1 Comment

  1. peccato…bellissimo lavoro meritavate la vittoria

    Reply

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