Il giardino in una stanza

SCUOLA: G. LEOPARDI
Classe: III A, Numero studenti: 21, Città: Ferrara

Il giardino in una stanza Apri questa foto a grandezza naturale.
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Il giardino in una stanza

In una grigia, buia e fredda città, chiamata Greyland, dove vi sono solo grattacieli e palazzi e l’unico colore è il grigio del cemento, vive una bambina con uno splendido nome: Margherita. Nella città non c’è erba, non ci sono alberi, non ci sono aiuole dove possono crescere i fiori, nemmeno una margherita. La bambina ama farsi ripetere dalla mamma il significato del suo nome e ama sentirsi raccontare che ha tratto ispirazione da un fiore, che un tempo cresceva in primavera, in quella ancor verde città: la margherita simboleggia semplicità, innocenza, bontà d’animo, sincerità, spontaneità, fedeltà ed è un fiore profetico per l’amore. E’ orgogliosa di portare il nome di un fiore, ma Margherita è costretta a fantasticare, ad immaginarlo e diventa triste perché vorrebbe giocare con gli amici sui prati, rotolarsi fra le margherite e tra tanti fiori profumati. Non le resta che sognare, prende il cavalletto da pittore, la sua tavolozza e il pennello e desidera dipingere i fiori come i grandi pittori. Vuole imitare gli artisti che hanno dipinto quadri per circondarsi di tanta bellezza floreale, si impegna per dipingere un giardino fiorito per rendere più bella la sua casa. Apre la finestra, spera di ispirarsi a qualcosa là fuori, ma vede un unico colore, il grigio del cemento, palazzi, tanti palazzi e niente altro. Rimane davanti alla tela bianca, non sa cosa dipingere. A Margherita non basta dipingere un giardino, lo vuole realizzare. Un’idea le balena in testa: pensa di costruire un giardino in una stanza. Proprio in quel momento sosta sul davanzale della finestra un uccellino che stringe tra il becco un semino. L’uccellino, stanco del lungo viaggio, si ferma e per un po’, osserva e ascolta Margherita che pensa ad alta voce. Si offre di aiutarla a costruire il suo giardino, ma occorre della terra per piantare i semi, tanto per cominciare, il suo semino che è proprio quello di una margherita. La bambina non sta nella pelle dalla contentezza. Si ricorda di un vecchio amico della mamma che, stanco della città, è andato a vivere in campagna, molto lontano da lì e chiede di portarle un pochino di terra per realizzare il suo progetto. Subito nella stanza, Margherita dipinge la parete di blu e disegna un grande sole: vuole che i suoi fiori nascano e crescano con tanta luce e tanto calore: margherite, rose, calle, tulipani, azalee, ranuncoli, begonie, ortensie, orchidee e gardenie, lillà, stelle alpine, fiori provenienti da ogni parte del pianeta, vorrebbe nel suo giardino. Stende un soffice strato di terreno sul pavimento, fa crescere una fresca erbetta e pianta il suo primo semino. L’uccellino parte per un lungo viaggio, attraversa campi, boschi, laghi, fiumi, colline e montagne e giunge da Margherita con tantissime varietà di semi. La bambina chiede agli amici di aiutarla nella sua impresa e anche loro sono entusiasti di questa avventura. Prendono gli innaffiatoi e cominciano a portare l’acqua per innaffiare con cura i semi piantati nel terreno. A poco a poco cominciano a spuntare le fresche piantine e sbocciano, si aprono in tutto il loro splendore, coloratissimi e profumatissimi fiori. Il giardino attira farfalle, coccinelle, api e tanti antri insetti e animaletti che trovano finalmente un luogo ideale dove vivere. Presto si sparge la voce di questo straordinario giardino e gli abitanti della città si mettono in fila per andare a vedere questo angolo di natura, unico e ricco di fiori provenienti dai luoghi più disparati del mondo. Il Sindaco della città affida il compito a Margherita di creare altri giardini, non in una stanza, ma lungo le vie della città. La bambina è incaricata di progettare tanti giardini con fiori colorati e profumati, ma soprattutto con tante margherite in suo onore: la città d’ora in poi si chiamerà Daisyland e tutti gli abitanti saranno sempre di buon umore, circondati dai colori e dai profumi dei fiori.

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